Gianna Gesualdo

Gianna Gesualdo è una delle nostre Allieve passate dalle aule dell’Accademia del Doppiaggio agli studi di doppiaggio. I primi passi, le emozioni e il suo pensiero in questa intervista tutta da leggere.

D. Com’è nato in te il desiderio di diventare doppiatrice?
R. Sin da quando ero piccolina sognavo di fare l’attrice, adoravo il mondo del cinema, scrivevo sceneggiature, piccoli corti. Con gli amici li interpretavamo e poi mi dedicavo anche alla parte tecnica del montaggio. Poi un giorno ho scoperto il doppiaggio, quelle voci meravigliose di attori nell’ombra, e ho cominciato ad appassionarmene fino a che non ho deciso di iscrivermi finalmente all’Accademia.

D. Racconta l’esperienza con l’Accademia del Doppiaggio e, se ti va, qualche aneddoto.
R. L’esperienza è stata unica, importantissima e mi ha insegnato moltissimo. Christian e Roberto sono grandissimi maestri. Riuscivano a tirarti fuori tutto, mettendoti davanti ai tuoi difetti. Ti invogliavano a lavorarci su e a migliorarti sempre. La prima volta che ho sentito le loro voci dal vivo mi sono emozionata, non riuscivo a credere che quelle voci, ascoltate e venerate così tanto, fossero davvero li, dentro una persona.

D. Raccontaci la tua prima esperienza in sala di doppiaggio.
R. La mia prima esperienza… ero agitatissima, non riuscivo a credere che mi trovassi davvero in una sala di doppiaggio e che il mio sogno cominciava a concretizzarsi. Vivevo ancora a Foggia, la mia città d’origine, e fui chiamata per un turno con Giorgio Lopez per Futurama. Ero felice come non mai. L’impatto con la sala fu bellissimo e, nonostante l’agitazione, sapevo che quello era il mio posto, che li stavo bene. Quella era la mia strada e da li a poco mi trasferii definitivamente a Roma.

D. Quali sono state le prime difficoltà che hai incontrato e come le hai risolte?
R. La mia primissima difficoltà nell’approccio al doppiaggio è stata liberarmi completamente dalle inflessioni dialettali, quindi pulire la dizione, imparare le regole e parlare in italiano, tutto questo cercando di non perdere naturalezza e intenzione. Le altre difficoltà invece, a livello pratico, sono state quelle di trasferirmi a Roma, cercare di mantenermi economicamente con altri lavori e al tempo stesso chiedere provini ai direttori per farmi conoscere. La strada non è di certo facile, bisogna non perdersi d’animo mai perché non sempre i direttori hanno tempo, non sempre riusciranno a ricordarsi di te e non sempre magari riesci a fare un buon provino (almeno all’inizio). Un’altra grande difficoltà che ho trovato una volta iniziato a lavorare nel doppiaggio, e forse proprio quella più grande, è stata “sbloccarmi”. Spesso sei li in sala che devi incidere la tua battuta e l’unica cosa a cui pensi è: cosa dirà di me il direttore? Gli piacerò? Farò bene? Finché ero chiusa in questi meccanismi quello che producevo non mi piaceva, non aveva un’anima, era troppo pieno di altro. Poi un giorno mi sono sbloccata, ero li che pensavo solo alla scena e alla mia attrice, senza pensare al giudizio, senza pensare a nulla. Ero li dentro e basta. “Giocavo” a dare la voce a quell’attrice. E incredibilmente cominciavo a piacermi e a piacere ai direttori.

D. Quali sono le differenze nel doppiaggio di un film, di un documentario e di una pubblicità? Come si deve approcciare un doppiatore a questi tre tipi differenti di prodotto?
R. Sono prodotti molto diversi. Il doppiaggio di un film è cuore con tecnica, il documentario è prettamente tecnica, la pubblicità è totalmente un altro mood, quasi un altro campo si potrebbe dire. Io personalmente faccio anche molta pubblicità e l’approccio è diversissimo, in questo tipo di prodotti le intonazioni cambiano perché le intenzioni cambiano dovendo invogliare l’ascoltatore a scegliere quel determinato prodotto, poi è ovvio che dipende molto anche dal tipo di pubblicità. Nel documentario quello che serve prettamente è la tecnica e l’attenzione, la scioltezza e la rapidità d’esecuzione. Ma io sono sempre per il cuore, in ogni caso, quindi se lo si riesce a mantenere anche in questi altri prodotti, la differenza si fa sentire.

D. Ti sei mai immedesimata fin troppo in un tuo personaggio?
R. Fin troppo no, ma mi è capitato di entrare molto in un personaggio perché lo sentivo molto mio in quel determinato momento in cui magari, casualmente, provavo le sue stesse emozioni.

D. Ti è mai capitato di doppiare, in uno stesso giorno, personaggi molto diversi tra di loro (magari una buona da una parte e un’assassina dall’altra)? È difficile o le tue emozioni restano confinate in quel preciso momento?
R. Si capita spessissimo, ma non lo trovo difficile perché appunto le mie emozioni rimangono li, racchiuse in quel momento.

D. Rivedi i film che doppi? Se sì, che emozioni provi quando sei nella sala di un cinema, consapevole che tutti gli altri non sanno di essere seduti vicini alla voce che stanno ascoltando?
R. Essere al cinema a vedere un film in cui presti la voce a un’attrice è divertentissimo!!! E sei li che pensi… sono tutti ignari che io sia la voce di lei! È una sensazione strana, ma bella. Si, all’inizio rivedevo tutto quello che facevo e non mi piacevo mai, poi ho cominciato a piacermi, ma ormai riesco a vedere solo quei prodotti che mi rimangono più impressi per un motivo o per un altro.

D. Qual è il personaggio che ti è più piaciuto interpretare? E quale attrice vorresti doppiare in futuro?
R. Ho amato molto doppiare Virginia Woolf in “Vita & Virginia”, film sulla storia tra lei e Vita, la sua amante. Film intenso, emozioni intense, sentimenti importanti. Per quanto riguarda le attrici che vorrei doppiare in futuro, non so, non ci ho mai pensato, vedrò quello che capita.

D. Cosa ti piace di più del mondo del doppiaggio e cosa cambieresti?
R. Di questo mondo amo il fatto di poter essere me stessa e offrire tutto quello che ho. Cosa cambierei? Beh diciamo che il sogno di molti sarebbe avere tutte le società in uno stesso unico grande stabilimento, così da non doversi spostare come dei matti nel traffico romano dal primo al secondo al terzo … ma questo è un sogno, un’utopia credo irrealizzabile, ma sognare è bello no?
E a volte i sogni si realizzano, come è successo a me con questo lavoro.

Gianna doppia...