Benedetta degli Innocenti

Benedetta Degli Innocenti è una doppiatrice professionista che ha alle spalle diversi doppiaggi in film di successo, tra cui A Star is Born, in cui prestava la voce a Lady Gaga, premio Oscar alla miglior canzone. Premiata nel 2015 al Gran Premio Internazionale del Doppiaggio e nel 2018 al Festival Nazionale del Doppiaggio “Voci nell’ombra”. Nel 2019 riceve il premio “I sassi d’oro” e nello stesso anno viene di nuovo premiata a Voci nell’ombra” come miglior voce protagonista femminile. La sua storia inizia proprio all’Accademia del Doppiaggio e la scopriamo con questa intervista.

D. Com’è nato in te il desiderio di diventare doppiatrice?
R. Fin da bambina sono sempre stata una cinefila persa. Una sorta di abbandono ed esplorazione di mondi sempre diversi, di personalità sfaccettate… ma accomunate da voci che ben presto ho imparato a riconoscere, a selezionare come predilette, e poi a leggere nei titoli di coda per imparare i nomi. Mi affascinava l’idea di non apparire ma di contribuire alla fruizione di ciò che avevo sempre amato: il cinema.

D. Racconta l’esperienza con l’Accademia del Doppiaggio e, se ti va, qualche aneddoto.
R. L’esperienza all’Accademia del Doppiaggio ha un che di comicamente somigliante al film “Fame”. Parto da Prato a 17 anni con una ragazza all’epoca quasi trentenne che aveva già avuto esperienze recitative precedenti, mentre io ne ero totalmente a digiuno. Lei viene scartata, io vengo presa. Ad oggi posso dire di ricordare quel periodo come il più lieto della mia vita… in un ambiente totalmente protetto, privo di dietrologie, eravamo un crogiolo di ragazzi e ragazze accomunati da una passione unica. E poi ero la più piccola della ciurma, sono stata particolarmente coccolata!

D. Raccontaci la tua prima esperienza in sala di doppiaggio.
R. La mia prima esperienza in sala si è svolta con un direttore (che a 31 anni mi permetto di definire un po’ improvvisato) che al primo turno della mia vita mi affidò subito un ruolo abbastanza consistente in una puntata di una serie tv. Reduce da due anni di Accademia, diploma alla mano (mai stato chiesto, a dispetto delle mie convinzioni), ovviamente riscontrai delle difficoltà. Constatai che era un gioco da grandi, e che quindi sarei dovuta diventare quella che volevo il prima possibile… ma senza saltare le tappe, facendo la classica gavetta con rigore militaresco.

D. Quali sono state le prime difficoltà che hai incontrato e come le hai risolte?
R. La difficoltà più grande è stata reinventarsi completamente in primis come essere umano. Per una ragazza di 19 anni avere a che fare con persone adulte e di una caratura artistica di un certo genere può essere fonte di ispirazione come di grande ansia. Ho creato un’altra identità rispetto alla Benedetta che aveva vissuto nella provincetta fino a pochi mesi prima. Mi sono concentrata unicamente sul mio potenziale, usando solo lo studio come acceleratore di risultati. E ascoltando, assistendo, per assimilare soprattutto i modi meno scontati di altri di enunciare una battuta.

D. Quali sono le differenze nel doppiaggio di un film, di un documentario e di una pubblicità? Come si deve approcciare un doppiatore a questi tre tipi differenti di prodotto?
R. Io posso parlare solo per me stessa, è ovvio. Le differenze fra queste tre categorie sono dettate dalla tempistica. Potenzialmente per un film possono volerci anche due settimane, per un documentario ed una pubblicità è totalmente diverso, c’è un margine molto più ristretto. Posso rispondere solo in merito al mio approccio… cerco di pensare e di dire ciò che leggo ad una me stessa che ascolta da casa, da pubblico. La mia motivazione è cercare di essere convincente, vera, di non distrarre un ipotetico pubblico, appunto, imponendo la mia personalità che potrebbe rischiare di prevaricare l’attrice che sto doppiando. Vale anche per un documentario o una pubblicità. Verità, più che si può.

D. Ti sei mai immedesimata fin troppo in un tuo personaggio?
R. Ci sono stati sicuramente parallelismi col mio carattere nei personaggi che ho affrontato. L’ho ripetuto un po’ spesso, ma forse con la Lady Gaga versione acqua e sapone pure un po’ volgarotta ho trovato un bel contrappunto. Bello non lo so, ma vero certamente.

D. Ti è mai capitato di doppiare, in uno stesso giorno, personaggi molto diversi tra di loro (magari una buona da una parte e un’assassina dall’altra)? È difficile o le tue emozioni restano confinate in quel preciso momento?
R. Sono più che certa che capiti a chiunque possa dire di vivere di questo mestiere. Ho sempre inteso vedere la difficoltà come una sfida che automaticamente avrebbe fatto evolvere le mie capacità. In parole povere, più l’asticella si alza e più mi sento stimolata.

D. Rivedi i film che doppi? Se sì, che emozioni provi quando sei nella sala di un cinema, consapevole che tutti gli altri non sanno di essere seduti vicini alla voce che stanno ascoltando?
R. Certo! Oltre che per orgoglio personale, trovo sia doveroso risentirsi per un fatto di sana criticità. Mio padre (completamente estraneo all’ambiente) una volta mi disse che al contrario di tanti altri, i
doppiatori continueranno a qualche titolo a vivere per sempre… che le loro voci continueranno a riecheggiare in tutti i film cui hanno preso parte. Un concetto tanto semplice quanto affascinante. E questo mi emoziona più di ogni altra cosa.

D. Qual è il personaggio che ti è più piaciuto interpretare? E quale attrice vorresti doppiare in futuro?
R. I due personaggi che ho amato di più sono stati sicuramente Alma ne “Il filo nascosto” e la già stra citata Lady Gaga. La prima perché sono stata partner vocale del doppiatore che reputo il più grande, Massimo Lodolo, oltre che nella vita. È stata un’esperienza totalizzante, per un’operazione di gran gusto come quella di Paul Thomas Anderson. La seconda per pura immedesimazione di anima. In futuro mi auguro soltanto incognite, attrici di ogni tipo, per esplorare ogni peculiarità.

D. Cosa ti piace di più del mondo del doppiaggio e cosa cambieresti?
R. Questa è la domanda delle domande. Eternamente argomentabile, ma proverò a limitarmi a ciò che mi compete. Mi piace aver trovato persone che mi hanno dato modo di esprimere un’urgenza, un istinto… pur non essendo ricorsa ad alcuna via traversa per bruciare qualche tappa. Cambierei lo stato d’animo un po’ in linea generale, ripristinando un calcolo in termini di emozioni e meno di righe…che le lingue dei saggi tornino ad essere ascoltate!

Benedetta doppia Lady Gaga nel fim "A Star is Born"